fbpx

Carie e malattie parodontali: patologie silenziose che pregiudicano la salute della bocca

carie-parodontite-dott.tanzi-3c-salute-reggio-emilia

Carie e malattie parodontali: patologie silenziose che pregiudicano la salute della bocca

La prevenzione e la cura della salute orale nella popolazione giovane adulta (indicativamente sotto i 40 anni) rappresentano obiettivi che il clinico deve perseguire per intercettare precocemente quelle patologie che, se trascurate, porterebbero alla perdita precoce degli elementi dentari.
La patologia cariosa e la malattia parodontale, che sono i due principali aspetti coinvolti, colpiscono, infatti, ancora oggi molti pazienti senza che ne venga fatta una tempestiva diagnosi.

La patologia cariosa è una malattia infettiva a carattere cronico-degenerativo ad eziologia multifattoriale, che interessa i tessuti duri del dente, determinandone la distruzione e rappresenta una delle patologie più diffuse nella popolazione.
Per malattia parodontale si intende, invece, una malattia cronica, che interessa le strutture che circondano i denti nel cavo orale: osso, gengiva e legamento parodontale. Essa ne determina la distruzione e porta, negli stadi più avanzati, alla perdita degli elementi dentari. Nonostante da tempo si sappia quali segni e sintomi ricercare per la sua diagnosi, la sua prevalenza nella popolazione italiana è molto alta (circa il 60%) e aumenta drasticamente nelle fasce d’età fra i 35-44 anni. Questo fa intuire l’importanza di agire preventivamente rispetto a questa fase, così da ridurne l’incidenza.
La parodontite è la prima causa di perdita dei denti nella popolazione adulta dei paesi industrializzati ed è quindi la causa di un grave handicap legato alla conseguente perdita delle funzioni masticatoria e fonatoria, nonché un grave disturbo alla vita di relazione e all’estetica del sorriso.

Effettuare una visita odontoiatrica è fondamentale per intercettare precocemente patologie cariose e malattie parodontali.

Siccome la sintomatologia dolorosa a carico del paziente si presenta spesso nelle fasi avanzate di tali patologie, ne risulta che l’intervento dell’odontoiatra viene richiesto perlopiù quando esse hanno avuto modo di lavorare silenziosamente anche per anni, producendo danni non sempre recuperabili. Per questo è cruciale una buona valutazione specialistica in termini preventivi.

Una visita odontoiatrica correttamente eseguita, quindi, è il momento fondamentale per intercettare precocemente queste due patologie e per indirizzare il paziente sia verso le cure più appropriate, sia verso le corrette manovre preventive.
La diagnosi della carie deve incominciare tramite uno scrupoloso esame obiettivo sia visivo, preferibilmente con l’utilizzo di sistemi ingrandenti, che tattile, tramite la cosiddetta “specillazione”, ossia il passaggio con uno strumento molto appuntito sulle superfici del dente alla ricerca di zone già cavitate. Esso deve inoltre essere sempre accompagnato da un esame radiografico che ne rappresenta il giusto completamento. A tal proposito occorre ricordare che, per la diagnosi di carie, l’Ortopantomografia, chiamata in gergo “panoramica”, non rappresenta l’esame di elezione che è costituito invece dalle radiografie endorali. Bastano, infatti, nella maggior parte dei casi, poche radiografie per poter intercettare lesioni cariose fra un dente e l’altro, stimarne l’estensione e poter stilare un corretto piano di trattamento, che ai nostri giorni dovrebbe essere il meno invasivo possibile e dovrebbe prevedere metodiche di remineralizzazione per le lesioni cariose agli stadi inziali. Va anche aggiunto che, con i moderni sistemi radiografici digitali, sempre più diffusi, sono diminuite enormemente le dosi di radiazioni ionizzanti a cui il paziente viene sottoposto rispetto ai classici sistemi disponibili fino ad alcuni anni fa.

Sul fronte della malattia parodontale, la diagnosi deve partire da un’accurata anamnesi del paziente, volta ad individuare i più comuni fattori di rischio della patologia, come il fumo e l’ereditarietà. A questa seguirà l’esame clinico tramite l’ausilio della sonda parodontale, utile a evidenziare diversi segni e sintomi, come il sanguinamento delle gengive e la presenza di tasche gengivali. Qualora l’esame clinico dovesse risultare positivo, è necessario eseguire anche in questo caso un esame radiografico mirato per arrivare ad una corretta diagnosi.

corretta-igiene-dentale-filo-interdentale

L’utilizzo del filo interdentale permette di rimuovere la placca batterica che si deposita negli spazi interdentali.

In pazienti giovani adulti l’importanza di prestare attenzione a questa patologia non soltanto comporta di poterla diagnosticare in una fase generalmente precoce, in cui ha potuto provocare danni limitati, ma, ancor meglio, è possibile prevenirne l’insorgenza tramite la cura dell’infiammazione gengivale, spesso sottovalutata, che precede sempre la manifestazione della malattia parodontale.
Nella prevenzione di queste due patologie risulta fondamentale educare il paziente alle corrette ed efficaci manovre di igiene orale, eseguendo anche controlli dello spazzolamento, in cui il paziente stesso mostrerà al dentista come lava i denti; poi, insieme, si cercherà di migliorare eventuali comportamenti scorretti.
Bisogna, infatti, ricordare che sia la carie che la parodontite sono spesso legate a livelli di igiene orale non sufficienti, in quanto entrambe hanno come comune fattore eziologico la placca batterica, la quale, per esempio, se non rimossa fra gli spazi interdentali con l’utilizzo del filo interdentale, può fornire l’energia ai batteri che provocano la carie e causare infiammazione gengivale, anticamera della malattia parodontale.

L’applicazione di rigidi ma semplici protocolli diagnostici da parte del dentista e il raggiungimento di un buon livello di igiene orale, che il paziente sia in grado di mantenere autonomamente, sono, quindi, i due capisaldi per ridurre l’incidenza di queste patologie ed intercettarne precocemente i sintomi e i segni prima che sia il paziente stesso a legare la sintomatologia alla patologia, recandosi dal dentista quando ormai queste due malattie sono ad un livello avanzato.

 

L’articolo è stato pubblicato su Extra Moenia Vol. 14