Visite medico-sportive differenti in base alle discipline
Dottore, sono diverse le visite di idoneità sportiva per le varie discipline, dal calcio al pallavolo ad altri sport come il tennis o il padel, che sta raccogliendo grandi consensi?
“Sì esistono diversi protocolli in base al tipo di sport, proprio perché le discipline sportive sono di diversa natura ed espongono l’atleta a rischi differenti dovuti alla circostanza o allo sport stesso. Faccio un esempio: se visito un pugile, ovviamente ci saranno delle strutture anatomiche sollecitate e spesso coinvolte nel trauma, come appunto gli organi di senso e l’encefalo, motivo per cui nel pugilato o in altri sport da combattimento a contatto pieno, si integrerà alla comune visita medico-sportiva, un visita neurologica, con anche il referto di un elettroencefalogramma, che monitori quindi all’attività elettrica cerebrale, una visita oculistica e una visita dall’otorinolaringoiatra oltre anche a un’audiometria. Se pensiamo, invece, agli sport di velocità, come l’automobilismo, diventa fondamentale capire se il soggetto può essere colpito da episodi di epilessia che potrebbe fargli perdere il controllo del mezzo, rappresentando quindi un pericolo per se stesso, ma anche per il pubblico e per gli altri concorrenti in gara”.
Lei, in sede di visita medico-sportiva, effettua anche test di broncodilatazione farmacologia e di broncoprovocazione mediante esercizio fisico?
“No, questa è una prestazione che cerca di individuare le persone affette da asma indotta da esercizio fisico, una condizione dove proprio l’esercizio fisico diventa il trigger, quindi l’innesco di un episodio asmatico”.
Quindi se una persona si accorgesse di soffrire di asma durante l’attività sportiva e volesse indagare sulle cause della stessa, lei, con questo tipo di esame, sarebbe in grado di dare una
risposta certa?
“Esatto. Una volta effettuati gli esami del caso si deciderà poi quale terapia scegliere per risolvere, dov’è possibile, la patologia del paziente”.
Parliamo di infortuni sportivi. Quali sono quelli più frequenti, quelli che magari lei ha occasione di verificare con maggiore ciclicità? Ci sono modi per poterli prevenire?
“Gli infortuni più frequenti, soprattutto negli sport di contatto, sono le fratture le microfratture delle sollecitazioni articolari, le lussazioni, le sublussazioni, fino a infortuni propriamente muscolari, quindi lesioni con formazione più o meno gravi di ematoma. Prevenirli, almeno negli sport da combattimento, è praticamente impossibile, mentre in discipline come il calcio, ad esempio, con una preparazione atletica adeguata, con stretching e lavori legati alla potenza aerobica e anaerobica, forniscono al muscolo una migliore capacità di sopportare gli stimoli in una situazione di stress”.
Nel caso in cui lei si accorga di qualche anomalia, lei sottopone l’atleta-paziente ad ecografia toracica?
“L’ecografia toracica è un esame che ho avuto modo di utilizzare durante la pandemia: è senz’altro molto utile, ma è assolutamente da contestualizzare in base al paziente che ho di fronte, mentre durante la visita medico-sportiva non mi è mai capitato di dover utilizzare questo tipo di esame, quindi, al momento, non è un esame che integro nella visita medico-sportiva”.
Nelle visite tradizionali, al di là degli infortuni, quali sono le patologie che riscontra con maggiore frequenza?
“Le alterazioni più comuni sono di tipo elettrocardiografiche, come l’extrasistoli, che sono tuttora oggetto di studi; nel senso che si cerca di creare degli algoritmi capaci di distinguere l’extrasistolia benigna rispetto a quella maligna, che sarebbe il campanello d’allarme di cardiopatie come appunto quelle elencate prima, quindi posso dire che tra le alterazioni più frequenti, escludendo ovviamente quelle indotte dall’esercizio fisico dello sport, le extrasistolie rappresentano le più diffuse”.