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Patologie e trattamenti odontoiatrici – ne parliamo con il Dott. Alessio Pizzo

Intervista di Lorenzo Chierici

É un giovane odontoiatra che si sta facendo strada grazie al passaparola dei tantissimi pazienti soddisfatti per l’ottimo lavoro che sta svolgendo al Poliambulatorio 3C Salute di Reggio Emilia. Stiamo parlando del dottor Alessio Pizzo, laureato nel 2018 all’università di Parma in Odontoiatria e protesi dentaria, oggi uno dei punti di forza del Poliambulatorio 3C Salute dove si occupa di igiene orale e prevenzione, sbiancamento professionale, conservativa, endodonzia, protesi dentaria e parodontologia. Con il dottor Pizzo abbiamo parlato di tutto questo e di molto altro, con l’obiettivo di dare ai pazienti, giovani o anziani che siano, informazioni semplici ma dettagliate a livello di prevenzione e di approccio consapevole alla salute della propria bocca.

Dottor Pizzo, qual è la fascia di età prevalente dei suoi pazienti?

“Nella mia pratica clinica tratto pazienti di qualsiasi età, dalla prima infanzia, agli adulti, agli anziani. Prevalentemente mi occupo di pazienti di età adulta, quindi dai 16-18 anni in poi”.

Nei bambini quando e quanto è importante fare una prima visita odontoiatrica?

“E’ fondamentale tenerli monitorati fin dalle prime fasi della permuta per valutare se ci sono delle anomalie della stessa e se hanno bisogno di essere seguiti dal punto di vista ortodontico, ma anche semplicemente per familiarizzare con la figura dello Specialista, contribuendo a far passare la cosiddetta “paura del dentista”.

Negli adulti, invece, è opportuno, magari in assenza di sintomi particolari, effettuare un controllo odontoiatrico periodico, oppure no?

“Lo ritengo fondamentale. La maggior parte del nostro lavoro si basa prima di tutto sulla prevenzione, quindi consigliamo almeno ogni sei mesi o anche una volta l’anno un controllo e un’igiene orale professionale e chiaramente una buona igiene domiciliare per prevenire patologie più importanti”.

Detartrasi; quando e perché farla

Parliamo di tartaro. La classica detartrasi, sia negli adulti che nei bambini, ogni quanto tempo andrebbe fatta?

“Cerchiamo di adattare le tempistiche a seconda del paziente: ci sono persone che necessitano di essere viste una volta ogni 6 mesi e pazienti meno cariorecettivi o meno soggetti a patologie parodontali, che possiamo visitare anche solo una volta all’anno. Ci sono infine pazienti con patologie parodontali (ndr dei tessuti di supporto dei denti), da vedere con una frequenza maggiore, anche fino a una volta ogni quattro mesi”.

L’igiene orale è fondamentale come prevenzione?

“Certamente, l’igiene orale domiciliare è la forma primaria di prevenzione di qualsiasi altra patologia, ecco perché insistiamo molto anche sull’istruzione del paziente qui in Ambulatorio”.

Prima ha parlato della “paura del dentista” da parte dei bambini: conosce qualche metodo particolare per rendere un po’ più piacevole e divertente per ragazzi l’avvicinamento prima all’igiene orale poi alla visita odontoiatrica?

“Nei primi approcci cerchiamo di minimizzare il lavoro che dobbiamo fare in bocca; inoltre cerchiamo di far conoscere ai bambini gli strumenti che utilizziamo perché prendano confidenza con essi. Molto spesso ci avvaliamo anche della presenza delle nostre assistenti che ci aiutano a rendere più divertente la seduta odontoiatrica. Per quanto riguarda l’igiene domiciliare esistono dei gadget per bambini che possono avvicinarli alla pratica quotidiana del lavaggio dei denti e magari anche alle visite dal dentista. In tutto questo i genitori svolgono un ruolo assolutamente decisivo”.

Sbiancamento dei denti: vantaggi e controindicazioni

Quando si cresce i denti spesso si ingialliscono e a volte non basta lavarli spesso per farli tornare allo stato originale. A tal proposito esistono vari tipi di sbiancamento dei denti? Lei li consiglia? Da che età in poi si possono fare?

“Lo sbiancamento è un trattamento che consiglio dalla maggiore età in poi, ma personalmente non sono io a consigliarlo: è il paziente che sente l’esigenza di questo trattamento e lo richiede. Si tratta di un trattamento prettamente estetico, quindi se noto che c’è un certo interesse, allora lo propongo; dipende se il paziente sente o meno tale esigenza. Ci sono comunque trattamenti di qualità coi quali si ottengono eccellenti risultati”.

È vero che i trattamenti sbiancanti indeboliscono il dente?

“Se vengono fatti in studio non hanno questa controindicazione, ovviamente se vengono fatti con le regole odontoiatriche. Diverso è il caso in cui vengano acquistati in farmacia o sul web: in questi casi, senza la cura di un professionista, si rischia di utilizzare troppo spesso o in modo errato il trattamento può danneggiare la salute del dente”.

Quali potrebbero essere le conseguenze?

“Di certo un aumento della sensibilità dentale; si possono inoltre verificare danni o lesioni delle gengive”.

Dottore, che differenza c’è fra lo sbiancamento professionale e lo sbiancamento endodontico?  

“Lo sbiancamento professionale è quello che abbiamo citato prima, che prevede l’applicazione di un prodotto, di un acido nello specifico, che va ad agire sulla parte esterna del dente. Lo sbiancamento endodontico, invece, viene fatto su denti devitalizzati o che saranno devitalizzati e che pertanto presentano una colorazione anomala che viene appunto corretta col processo di sbiancamento endodontico”.

Quanto costa sottoporsi a uno sbiancamento dentale?

“Si tratta di un trattamento che ha un certo costo, ma dà anche un ottimo risultato. Dipende certamente da ciò che una persona deve fare e da ciò che desidera”.

Cos’è la pulizia profonda attraverso la levigatura?

In che cosa consiste la levigatura dei denti?

“La levigatura dei denti, detta anche “scaling e root planing” è un trattamento che viene eseguito sui pazienti affetti da parodontite, detta volgarmente “piorrea” e viene eseguito – previa anestesia – come se fosse un’igiene dentale però nelle zone sottogengivali con apposita strumentazione, da cui viene eliminato il tartaro”.

Quand’è necessario procedere con tale trattamento. Quali sono i vantaggi?

“Si interviene una volta che individuiamo nel paziente la patologia parodontale che la persona spesso non è consapevole di avere. Andiamo a rimuovere i batteri che sono presenti all’interno delle gengive, rallentando l’andamento della patologia” 

A cosa può portare una parodontite non curata? “Inevitabilmente alla perdita del dente”.

Otturazioni; quando farle e perché sono importanti

Ci parla di otturazione e di terapie canalari?

“Le otturazioni vengono eseguite qualora si riscontri la presenza di una carie in un dente. A seconda della dimensione della stessa carie, può essere sufficiente eseguire un’otturazione (ovvero una rimozione del tessuto cariato e una successiva ricostruzione del dente) oppure, se la carie interessa la polpa cioè la parte centrale del dente nella quale sono presenti vasi e nervi, è necessario eseguire una terapia canalare, anche detta devitalizzazione”.

E’ vero che le tecniche di otturazione sono sempre meno invasive, per la gioia dei bambini, ma non solo …

“Assolutamente sì. Cerchiamo sempre di essere molto conservativi, quindi andiamo a rimuovere esclusivamente la parte rovinata, con notevoli vantaggi per la struttura e la resistenza del dente a lungo termine”.

Quindi quando la carie arriva fino al nervo si è costretti a devitalizzare un dente? Non c’è altra soluzione?

“Molto spesso vediamo dei pazienti in urgenza col classico mal di denti e questo avviene solo semplicemente perché la carie ha raggiunto il nervo provocando la cosiddetta “pulpite”. Il dolore dentale è forse uno dei dolori più difficili da sopportare. In questi casi siamo costretti ad eseguire il trattamento endodontico, ovvero la devitalizzazione del dente, con la rimozione del tessuto pulpare presente al suo interno, per renderlo inerte quindi per eliminare la sensibilità e gli stimoli algici. Successivamente andiamo a ricostruire il dente con moderne tecniche di otturazione o  protesiche”.

Perché devitalizzare un dente? Cosa comporta?

Dal punto di vista estetico, un dente devitalizzato si presenta allo stesso modo di un dente sano? E da un punto di vista sensoriale, invece, il dente non darà più alcun dolore?

“A livello estetico direi che il dente si presenti allo stesso modo, ma questo dipende molto anche dalla bravura dell’odontoiatra nella ricostruzione dello stesso; mentre, da un punto di vista sensoriale il dente non ha più sensibilità quindi non dovrebbe avere più problemi dal punto di vista algico. L’unica differenza può essere nella minor resistenza del dente devitalizzato motivo per cui spesso si consiglia la protesizzazione, in particolare quando il dente è molto danneggiato ovvero con poco tessuto dentario residuo. In questi casi viene applicata una corona dentale o un intarsio per andare a irrobustirne la struttura”.

Quindi un dente non devitalizzato può durare di più di un dente devitalizzato?

“Potrebbe essere così ma non è detto. Dipende da tanti fattori quali la manutenzione del paziente, lo stato di trauma che può subire nel corso della vita, quindi non è una domanda alla quale io possa dare una risposta univoca”.

L’impianto protesico è quindi l’ultima spiaggia per salvare la propria bocca?

“Le linee guida ci chiedono di fare di tutto per salvare il dente e oggi, grazie alle moderne tecniche sviluppate nel corso degli anni, sono stati raggiunti livelli veramente molto importanti. Chiaramente ci sono situazioni in cui il dente non è assolutamente recuperabile e quindi, la terapia migliore, in questi casi, resta l’implantologia”.

Esistono vari tipi di interventi di implantologia. Da cosa dipendono?

“Ne esistono diversi che possono dipendere dalla posizione del dente che deve essere sostituito, dal timing dopo l’estrazione e dal carico, ovvero se il dente viene sostituito immediatamente oppure se si aspetta del tempo prima di protesizzare l’impianto”.

Protesi fisse, mobili e gli allineatori trasparenti

Lei è specializzato anche in protesi fisse e mobili. Ce ne parla un po’?

“Le protesi fisse sono quelle di cui abbiamo appena parlato, quindi la ricopertura di un dente per conferirgli maggiore resistenza; può trattarsi di corone o intarsi, questi ultimi sono manufatti protesici, più conservativi, utilizzati soprattutto in denti devitalizzati, ma anche in denti sani che hanno subito un’importante perdita dentaria”.

Cosa sono i nuovi apparecchi trasparenti, che hanno la medesima efficacia di quelli fissi ma riducono considerevolmente l’impatto psicologico, soprattutto per i più giovani?

“Sono gli allineatori invisibili, ovvero delle mascherine che vengono studiate, poi elaborate, per applicare forze ortodontiche sui denti per raggiungere un risultato finale prestabilito prima dell’inizio del trattamento. Tale soluzione è decisamente molto più confortevole rispetto alle tecniche di ortodonzia tradizionali e comunque anch’essi hanno ottimi risultati documentati in letteratura”.

Per ottimizzare il risultato finale cos’è meglio: il classico apparecchio di una volta, magari quello coi ferretti e gli elastici, oppure una mascherina trasparente?

“Chiaramente in alcuni casi è sempre più utile ed efficace iniziare il trattamento con i metodi tradizionali, che poi possono essere sostituiti nell’ultima fase da una mascherina trasparente. Altri casi possono essere trattati dall’inizio alla fine con degli allineatori invisibili, ottenendo i risultati sperati”.

A cosa serve un bite? Che cos’è l’abrasione dentale?

Ci può parlare del “bite” che serve a non digrignare i denti, ma che assolve anche ad altri importanti compiti …

“E’ così. Il bite è consigliato ai pazienti che presentano bruxismo, con relativo serramento e digrignamento diurno e notturno. Il bite ha però anche una funzione di rilassamento della muscolatura e tanti pazienti ottengono eccellenti risultati con un bite su misura realizzato attraverso impronte dentali”.

L’abrasione dentale, se non si usa un bite, può creare problemi …

“Certo. Comporta una serie di problemi dal punto di vista sintomatologico, in quanto i denti possono diventare maggiormente sensibili, addirittura più fragili andando incontro a fratture, ma può anche portare a problemi muscolari e articolari, dovuti a una riduzione della dimensione verticale del terzo inferiore del viso”.

Chiudiamo parlando di estrazione. Quando è indispensabile togliere un dente?

“Siamo costretti ad estrarre un dente quando ha una mobilità esagerata quindi non c’è più la possibilità di mantenerlo nel cavo orale, quando provoca ascessi o infezioni ricorrenti oppure quando notiamo delle fratture verticali di radici. In questi casi il dente non è più salvabile, quindi si effettua l’estrazione e si valuta la sua sostituzione”.

Come avviene la sostituzione dei denti? Come vengono fissati i nuovi denti?

“Il dente viene estratto, poi si inserisce un impianto in titanio che si integra direttamente all’osso e sopra all’impianto verrà messa una corona dentaria (protesi)”.

Pulpiti; come evitare un dolore insopportabile

Chiudiamo con la domanda che tutti si fanno: quando si accusa un forte mal di denti, come si può intervenire tempestivamente?

Il dolore peggiore che si possa provare a livello dentale deriva da una pulpite, quindi da un’infiammazione della polpa. Prima di tutto si fa una diagnosi della situazione; poi, una volta diagnosticato il problema, bisognerebbe eseguire una pulpotomia, ossia creare un accesso per giungere nella polpa del dente e rimuoverla per ridurre la sintomatologia. Molte volte si tratta di un trattamento complesso, anche dal punto di vista algico, in quanto l’anestesia in quei casi è meno efficace. Se c’è un’infezione sottostante può essere indicata una terapia antibiotica”.

Sono frequenti le pulpiti?

“Purtroppo sì, soprattutto nei pazienti che si trascurano un po’ dal punto di vista orale o che non sono abituati a fare controlli periodici”.

Quindi basta lavarsi bene i denti tutti i giorni ed effettuare controlli periodici per evitare tutto questo?

“Esattamente. Il lavoro di noi odontoiatri dovrebbe essere soprattutto di prevenzione, ma molte volte siamo costretti a intervenire per arginare situazioni degenerate: abbiamo i mezzi per prevenire tantissime patologie, ma per essere efficaci occorre avere anche la collaborazione dei pazienti, che devono essere attenti all’igiene orale oltre a sottoporsi a controlli frequenti dal loro odontoiatra di fiducia”.

A cura di Lorenzo Chierici
Ufficio Stampa 3C Salute