fbpx

Lipomi, cisti sebacee ed emorroidi, tre situazioni che creano disagi e possono nascondere problemi più gravi. Perché le lesioni pigmentate vanno asportate? Ne parliamo con la dottoressa Maura Bianchi

Intervista di Lorenzo Chierici

In che cosa consiste una visita chirurgica? Quando e perché occorre intervenire col bisturi per asportare lipomi, cisti sebacee o altre lesioni cutanee e sottocutanee? Quali rischi comportano tali interventi? E i tempi di recupero? Di tutto questo parliamo con la dottoressa Maura Bianchi, che ha una lunga esperienza come medico di chirurgia generale e che collabora con il Poliambulatorio 3C Salute di Largo Gerra 2.

La dottoressa Maura Bianchi si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1979 presso lUniversità degli Studi di Bologna per poi diventare medico interno alla clinica chirurgica dellUniversità degli Studi di Parma, dove ha ottenuto il diploma di specialità in Chirurgia Generale nel 1984, per poi specializzarsi in chirurgia toraco-polmonare presso lateneo degli studi di Torino nel 1987. La dottoressa Bianchi ha svolto la propria attività di chirurgo sempre nell’ambito della chirurgia generale, prima allospedale di Fidenza dal 1985 fino a maggio 1994, data in cui ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla divisione di chirurgia di Guastalla, dove ha lavorato fino al conseguimento della pensione nellagosto del 2018. Da diverso tempo collabora col Poliambulatorio 3C Salute di Largo Gerra 2 a Reggio Emilia e con altre strutture reggiane.

Dottoressa Bianchi, ci racconta qualcosa di lei?

“Le mie specialità sono in chirurgia generale e in chirurgia toraco-polmonare, anche se ho principalmente sempre lavorato nell’ambito della chirurgia generale di Guastalla, dove venivano affrontate un po’ tutte le specialità”.

Ciò significa che si è fatta quindi unesperienza importante sotto tutti i profili…

“Beh, direi proprio di sì”.

Qui al Poliambulatorio 3C Salute, lei si occupa di lipomi, cisti sebacee e problemi di natura dermatologica. Quali sono le patologie che incontra con maggiore frequenza?

“Ci occupiamo principalmente di lesioni della cute e del sottocute, che possano essere asportate in anestesia locale, quindi di dimensioni limitate e che non comportino complicanze particolari”.

Perché le lesioni pigmentate hanno unindicazione assoluta allasportazione?

Lei è specializzata anche in proctologia; le capita quindi di effettuare visite specifiche relative e tali tematiche?

“Sì, affrontiamo anche questo tipo di patologie, anche se solo dal punto di vista ambulatoriale e clinico. Sotto il profilo chirurgico, invece, pazienti con patologie di tipo proctologico vengono visitati qui al Poliambulatorio per poi consigliare loro un percorso di trattamento, visto che non abbiamo una sala operatoria per sottoporre il paziente ad anestesie differenti rispetto a quella locale. Insomma, anche i pazienti affetti da questo tipo di patologie possono però venire da noi per visite e screening, per poi decidere con il paziente il percorso e la soluzione idonea a risolvere il problema”.

Torniamo al discorso dei lipomi. Ci spiega brevemente che cos’è un lipoma? E che cos’è una cisti sebacea?

“Un lipoma è un aggregato di cellule di grasso che si accumulano sotto la pelle e formano un ammasso di grasso, il lipoma appunto, che può essere presente in tutte le sedi del corpo. Si tratta di una tipologia di lesione sottocutanea per cui è indicata l’asportazione sia per motivi estetici sia, soprattutto, per definire l’istotipo della lesione. Quasi sempre le diagnosi cliniche, all’atto della visita, coincidono con le diagnosi istologiche, ma possono anche capitare sgradite sorprese per cui, a volte, anche a dispetto dell’evidenza clinica, ci si trova di fronte a lesioni di tipo neoplastico. In quel caso la lesione merita uno studio più approfondito in altre sedi, dove vengono effettuati tutti gli esami per poter poi scegliere la soluzione di cura più adatta”.

Quindi da un lipoma può sorgere una neoplasia?

Le percentuali che un banale lipoma possa risultare maligno all’esame istologico sono molto basse. I controlli permettono di prevenire anche questa evenienza. In ogni caso è sempre bene intervenire con l’asportazione dello stesso, sia per definire l’istotipo, sia perché un lipoma tende all’accrescimento. Meglio asportarlo quand’è di dimensioni contenute”.

La statistica recita che i melanomi della pelle siano in aumento. Come si fa ad individuare con precisione un problema di questo tipo?

“Una lesione pigmentata merita sempre l’asportazione chirurgica. Se la lesione è di tipo benigno tutto si risolve in quel momento, mentre nel caso in cui ci siano diagnosi istologiche differenti il paziente viene centralizzato in ospedale sia per allargare i margini della resezione, sia per valutare le terapie e il follow up. Comunque sia, ogni lesione pigmentata andrebbe asportata in modo da definirne l’istotipo”.

Lipomi e cisti sebacee: ecco perché è fondamentale fare uno screening

Cosa si deve fare, quindi, quando si vede unanomalia sulla propria pelle?

“Le lesioni pigmentate sono lesioni cutanee e come tali, ripeto, hanno un’indicazione assoluta ad essere asportate per avere una valutazione istologica; mentre quelle sottocutanee possono essere di vario tipo, come lipomi o cisti sebacee e c’è sempre l’indicazione a toglierle, sia per motivi estetici, sia perchè sono lesioni che possono tendere all’accrescimento. Le cisti sebacee, per esempio, hanno già una diagnosi intraoperatoria: se sono piene di sebo, quando le sezioniamo, non c’è neppure bisogno che vengano mandate all’esame istologico, perché la diagnosi è già fatta. Tutte le altre lesioni sottocutanee, invece, vengono mandate all’esame istologico perchè dobbiamo avere la certezza matematica della loro natura”.

In pratica, quando compaiono cambiamenti della pelle o di alcune parti del proprio corpo è opportuno effettuare una visita di controllo?

“Assolutamente sì, quando ci si accorge di qualcosa di diverso o di qualcosa “in più” è sempre importante sottoporsi a una visita chirurgica o dermatologica, in modo da verificare la situazione il prima possibile”.

La presenza di un lipoma provoca sintomi particolari?

“No, direi che la principale modalità per accorgersi di un lipoma sia quella estetica”.

Quali sono, se ce ne sono, gli eventuali rischi associati all’asportazione di un lipoma?

“Ogni asportazione chirurgica comporta rischi. I più comuni, ad esempio, sono quelli legati al sanguinamento, alla guarigione della ferita e all’esito estetico dell’operazione stessa. A volte una ferita, se ipertrofica, può evolvere in cheloide, complicanza che non dipende dall’operatore ma dalle reazioni di ogni individuo. Tecnicamente si inizia con l’anestesia locale, poi viene tolta la lesione con un piccolo taglio. La successiva sutura può essere svolta in diverse modalità, ovviamente tutte dipendenti dal tipo di lesione asportata e dalla volontà dell’operatore di ottenere il risultato estetico migliore”.

Quali sono i tempi di recupero e di guarigione dopo loperazione?

“I tempi sono rapidissimi: dopo un’anestesia locale, il paziente può tornare immediatamente a fare ciò che stava facendo prima. Per quanto riguarda la cicatrizzazione, invece, possiamo parlare di pieno recupero in una settimana circa. Anche per la rimozione di eventuali punti procediamo dopo una settimana dal giorno dall’operazione stessa. Importante, durante questa settimana di post-operatorio, è tenere sempre protetta la ferita: questo tempo è fondamentale per permettere alla ferita di cicatrizzare nella maniera migliore possibile, anche nel caso in cui vengano applicati i cosiddetti punti che cadono da soli. Se invece i punti di sutura sono intradermici, il paziente può anche non presentarsi più, salvo abbia problemi specifici”.

Lipomi: cosa sono, come individuarli e perché vanno asportati

Ci sono restrizioni, precauzioni o controindicazioni per lasportazione di un lipoma?

“Le controindicazioni sono le stesse che abbiamo per una qualunque operazione fatta in anestesia locale. Dipende molto anche dalle condizioni del paziente: nel caso si stiano assumendo farmaci anticoagulanti e l’intervento sia esteso, la terapia anticoagulante va preventivamente rimodulata. Se si tratta invece di asportazioni minime va solo tenuta sotto controllo l’emostasi”.

Quali sono le probabilità, se ce ne sono, che un lipoma ricompaia dopo lasportazione?

“C’è una certa percentuale di recidiva che dipende dal tipo di lipoma. I lipomi possono essere “racemosi”, cioè senza capsula, o “capsulati”. I primi sono più esposti alle recidive perché è sufficiente che rimangano alcune cellule per determinarne la recidiva”.

In quali casi consiglierebbe la rimozione immediata di un lipoma rispetto ad un suo monitoraggio periodico?

“L’indicazione è sempre la stessa: l’asportazione di ogni lesione sottocutanea; come ho già sottolineato, soprattutto per tutelarsi a livello istologico, poi per ragioni estetiche”.

È vero che se un lipoma non viene asportato col tempo può crescere e addirittura radicarsi in profondità?

“Più che radicarsi, direi che il lipoma può aumentare di volume. È ovvio che più il lipoma diventa grande più risulterà difficile da asportare, con possibile insorgenza di complicanze”.

Emorroidi e patologie del pavimento pelvico: due situazioni da tenere sotto controllo 

Torniamo a parlare di proctologia. Quali sono i disturbi, le lesioni e le complicazioni più comuni che palesano i suoi pazienti?

“Sono varie. Le lesioni più frequenti sono le “banali” emorroidi, sebbene non tutte presuppongano un intervento. Dipende da tanti fattori, molti dei quali soggettivi: non sempre emorroidi voluminose hanno sintomatologie importanti. I sintomi dei pazienti sono quindi fondamentali per capire il da farsi, visto che non tutte vanno asportate”.

Le emorroidi possono essere asintomatiche? Se lo fossero e un paziente decidesse di non asportarle, ci sarebbero conseguenze per la salute?

“Ci sono emorroidi di vario grado e quelle dal secondo livello in poi possono essere fastidiose e provocare sanguinamenti. Ci sono però persone con emorroidi asintomatiche che possono non essere operate. Salvo, ovviamente, che la situazione non peggiori”.

Le donne che hanno appena partorito e hanno problemi al pavimento pelvico sono più soggette alle emorroidi?

“La gravidanza predispone alla comparsa di patologie emorroidarie perché genera una compressione pelvica che favorisce tale situazione. Le emorroidi post-partum possono a volte rientrare autonomamente”.

E il discorso della rieducazione del pavimento pelvico? Si occupa anche di questo, vero?

“La rieducazione del pavimento pelvico è una materia piuttosto complessa e riguarda anche l’incontinenza sfinteriale, sia urinaria che fecale. Il pavimento pelvico è una struttura anatomicamente complessa. Esiste un centro dedicato, presso l’Ospedale di Montecchio, cui vengono affidati i pazienti con problematiche a tale riguardo non risolvibili negli ambulatori periferici. Anche per noi, tale centro è diventato un riferimento di eccellenza”.

Quali sono i sintomi delle emorroidi e come si possono prevenire?

Dottoressa cos’è che provoca le emorroidi?

“La patologia emorroidaria dipende da tanti fattori. Non ultimi, l’alimentazione e lo stile di vita in generale”.

Quali sono quindi i cibi da evitare per scongiurare le emorroidi?

“Paradossalmente tutto ciò che piace “dà fastidio” (e ride ndr), come nel caso di cioccolato, cibi speziati, caffè, insaccati, l’abuso di superalcolici. Diciamo che la classica alimentazione emiliana, certamente gustosissima, in questo senso non aiuta. Ovviamente ciò che porta a complicazioni reali è l’abuso: con moderazione si può mangiare davvero di tutto, anche ciò che sulla carta non è il massimo per il nostro corpo, basta non eccedere”.

Quali sono i sintomi più comuni delle emorroidi?

“Sono il dolore, il bruciore e il sanguinamento. Soprattutto quest’ultimo, se importante, è una sintomatologia che non deve essere sottovalutata. Non sempre è legato alla patologia emorroidaria, quindi è fondamentale definire la sede precisa del sanguinamento e la sede del sanguinamento viene definita con una colonscopia”.

Una patologia che può provocare sanguinamento è la presenza di polipi, giusto?

“Sì, qualunque tipo di lesione del colon può portare al sanguinamento, ma non è detto che tale fuoriuscita derivi dalle emorroidi. Insomma, bisogna essere sicuri da dove proviene il sangue e con una colonscopia si può indagare ogni dettaglio. In questo modo si possono anche prevenire tumori al colon, che possono portare a conseguenze anche gravissime. La prevenzione è assolutamente fondamentale”.

Che trattamenti ci sono, se ne esistono, per curare le emorroidi al di là delle asportazioni?

“Sono stati messi in atto vari trattamenti: dalla legatura elastica alla crioterapia. In realtà, l’intervento risolutivo è quello chirurgico, nel cui ambito sono state messe a punto varie tecniche. La necessità dell’intervento, comunque, dipende dalla sintomatologia del paziente e dal grado della lesione: non sempre un alto grado di patologia emorroidaria palesa un corrispettivo sintomatologico e viceversa, quindi va considerato ogni aspetto prima di procedere all’intervento.”

Quali sono i tempi di recupero in caso di intervento chirurgico alle emorroidi?

“Direi che sia tutto molto soggettivo. Comunque l’indicazione di base per una guarigione completa è di una decina di giorni”.

Ci sono consigli utili, a livello preventivo, per quanto concerne le emorroidi?

“Sì, come ho detto prima è fondamentalmente lo stile di vita e il seguire una serie di semplici pratiche, come una dieta sana o comunque senza particolari eccessi, soprattutto quando si tratta di certi cibi”.

Chiudiamo cercando di sfatare un tabù per tranquillizzare i pazienti: il chirurgo tende a tagliare”, ma una visita chirurgica, al pari di una visita dermatologica, porta molto spesso a valutazioni di percorsi differenti che non prevedono necessariamente all’intervento. È così anche per lei?

“Certamente. Si valutano le condizioni del paziente e si analizza ogni aspetto a livello ambulatoriale per poi creare il percorso di guarigione migliore”.

A cura di Lorenzo Chierici
Ufficio Stampa 3C Salute