Chi è Grégoire Ahongbonon?
Grégoire Ahongbonon è uno stimato filantropo beninese sessantacinquenne che ha consacrato più di metà della sua vita a raccogliere dalle strade di Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio e Togo più di 60 mila persone con disagio psichico, che vivevano in catene legati ad alberi e ostracizzati dalle comunità, offrendo loro riparo e cure.
Grégoire non è medico né psichiatra: è un gommista che ha rivoluzionato la sua vita dopo aver incontrato la fede. Riparava pneumatici, gli affari andavano a gonfie vele, finché non ha perso tutto negli anni ’70 e pensava di farla finita.
L’incontro con un prete francese e un pellegrinaggio a Gerusalemme lo hanno fatto rinascere. È ritornato a Bouaké, dove viveva con sua moglie e cinque figli, ed è qui che ha incontrato il primo malato, Étienne, mentre vagava nudo e solo, e in lui ha colto la presenza di Gesù.
Ha accolto Étienne e tanti altri, offrendo loro cibo e abiti, liberandoli dalle catene, materiali e metaforiche. Da quel momento, insieme alla famiglia e a dei volontari, ha dedicato la sua vita alla solidarietà e all’altruismo, lottando contro i tabù, i pregiudizi e le credenze legate alla sofferenza psichica. Ha avviato un gruppo di preghiera che presto si è trasformato in un gruppo di carità per i bisognosi.
Nei primi anni ‘90 ha fondato, infatti, l’associazione St. Camille de Lellis, che oggi conta undici centri di accoglienza e sei centri di reinserimento, con decine di migliaia di malati in carico, accogliendo negli anni anche carcerati e profughi della Liberia.
Il modello di cure psichiatriche offerte nei centri di accoglienza, infatti, si basa sulla ‘comunità terapeutica’, in cui le persone si aiutano tra loro nel quotidiano. I centri di reinserimento, invece, sono strutture dove le persone che stanno meglio apprendono un lavoro o acquisiscono di nuovo familiarità con quello che facevano prima.
In un continente in cui la sofferenza psichica è ancora sinonimo di stregoneria e possessione demoniaca, in cui le persone vengono abbandonate anche dalle proprie famiglie, Grégoire ha accolto e curato, con i farmaci ma anche con la relazione e la condivisione, ridonando dignità alle persone, arrivando a ricevere importanti riconoscimenti a livello umanitario.