
Cosa sono i disturbi cognitivi acquisiti?
I disturbi cognitivi acquisiti sono disturbi a carico di funzioni mentali (come ad esempio memoria, attenzione, linguaggio, lettura, scrittura, capacità esecutive…) che possono essere compromesse a seguito di varie patologie neurologiche (ad esempio un trauma cranico, un ictus, malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, neoplasie cerebrali, Parkinson e Parkinsonismi, la sclerosi multipla, encefalopatie varie…).
Questi disturbi diventano un problema quando interferiscono con il normale funzionamento mentale e la capacità di svolgere le attività quotidiane semplici o complesse.
Quali sono i sintomi dei disturbi cognitivi acquisiti?
I sintomi dei disturbi cognitivi si concretizzano in:
- difficoltà nel memorizzare o ricordare nuove informazioni;
- problemi nel trovare le parole;
- difficoltà nel risolvere problemi quotidiani;
- incertezze nel ricordare la data corrente o nel raggiungere luoghi;
- rallentamento mentale.
I tipi di disturbi cognitivi acquisiti
I disturbi cognitivi possono riguardare vari aspetti:
- Disturbi di orientamento temporale e topografico.
- Riduzione delle capacità intellettive e di soluzione dei problemi.
- Difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito o nel fare due attività in parallelo.
- Problemi nel ricordare eventi recenti o appuntamenti.
- Difficoltà a parlare, a comprendere le frasi o trovare le parole nel discorso.
- Trasformazioni del carattere di base.
Come trattare i disturbi cognitivi acquisiti?
È possibile che lo specialista (solitamente neurologo, psichiatra, geriatra, fisiatra, medico-legale) o il medico curante, per valutare l’eventuale presenza di disturbi cognitivi (ad esempio difficoltà di memoria o di linguaggio) chiedano una valutazione neuropsicologica.
L’esame neuropsicologico per i disturbi cognitivi acquisiti consiste nella somministrazione di test che valutano alcune tra le più importanti funzioni cognitive (memoria, attenzione, linguaggio, funzioni esecutive, funzioni visuo-spaziali e prassiche, ragionamento logico, memoria di lavoro, ecc.).
L’esame richiede tempi lunghi (dalle 2 alle 4 ore) ed è mirato ad analizzare i disturbi cognitivi ma anche ad evidenziare le componenti ancora integre per eventuale iter riabilitativo.
Se necessario, sono somministrate prove specifiche di approfondimento dei disturbi presentati (es. WAIS-R per l’intelligenza, esame del linguaggio per le afasie, test di valutazione dell’aprassia ideativa e ideomotoria, test per valutare il Neglect).
Le finalità di una valutazione Neuropsicologica possono essere:
- per fini diagnostici: l’esame è utilizzato come strumento diagnostico su richiesta del Neurologo, dello Psichiatra, del Geriatra, del Medico Legale, risultando utile per l’inquadramento diagnostico di malattie neurodegenerative (demenze), esiti di ictus e trauma cranico, o di altre patologie neurologiche con compromissione delle funzioni cognitive.
- per fini riabilitativi: l’esame definisce un bilancio cognitivo (aree colpite e aree conservate) per impostare un progetto di riabilitazione o stimolazione cognitiva, e di rilevare a distanza di mesi i risultati del trattamento.
- per fini medico-legali: l’esame può essere richiesto da Medici Legali o da Commissioni Medico-Legali per accertare l’idoneità alla guida, del porto d’armi, per un riconoscimento di invalidità o accompagnamento, per valutazione il danno biologico a seguito di infortuni o incidenti.